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Cosa penseresti se ti chiedessi se per te il Lavoro dell’Assistente di Direzione è un Job o un Work?
Spesso ci troviamo a parlare del Lavoro dell’Assistente di Direzione, inteso sia come attività quotidiana che come percorso di carriera e si tratta di un tema attuale, su cui spesso ci concentriamo molto.
Quello che ho scoperto, grazie alla splendida intervista fatta da Alessia Liparoti giornalista di Le Fonti Tv al grande Igor Sibaldi, è che prima di parlare di lavoro è davvero fondamentale scoprire cosa si nasconde dietro la Parola Lavoro, la sua storia, il suo significato ed il senso che può rappresentare per ciascuno di noi.
Partendo dall’analisi di un articolo di New York Times viene raccontato il fenomeno #tgim, ai nostri occhi quanto meno curioso, fino ad arrivare ad una ampia analisi del concetto di lavoro in tutte le sue accezioni e con tutte le sue difficoltà di interpretazione, facilmente ed incredibilmente spiegabili proprio dall’originale del termine Lavoro ed anche un po’ dalla dimensione modesta del vocabolario attivo italiano.
Dopo aver ascoltato molte volte questa intervista, letto l’articolo ed essermi addentrata nel fenomeno per noi sconosciuto che Per Fortuna è Lunedì, aver letto e analizzato moltissime conversazioni online sul tema, ho elaborato la mia personale visione sul tema Lavoro.
Ma partiamo dall’inizio.
Il Lavoro Oggi, Diritto, Dovere o Status?
Un Hashtag in controtendenza rispetto a molti trend, e forse al nostro stesso modo di vedere il lavoro, #tgim, insieme ad un movimento radicale di workaholic che non vedono l’ora di andare a lavoro, raccolti intorno all’inno Thank God It’s Monday, Grazie al Cielo è lunedì, vengono raccontati dalla giornalista di New York Times Erin Griffith nel suo Why young people are pretending to love work?
Sibaldi e Liparoti partendo da questo articolo, ci portano alla scoperta della Storia del Vocabolo Italiano Lavoro e dei suoi significati, insieme ad un bellissimo confronto con gli altrui vocabolari attivi, la raccolte delle parole che una persona di media cultura sa capire ed usare nella sua lingua madre.
Sibaldi, essendo filologo, parte infatti dal valore delle parole come strumento per raccontare la propria realtà ed apre un confronto sui significati delle parole corrispondenti alla nostra Lavoro, presenti nelle altre lingue, per scoprire che a noi manca un termine per rappresentare un determinato tipo di lavoro.
La parola inglese Job e i suoi corrispondenti nelle varie lingue, rappresentano il lavoro duro, quello che si è “costretti” a fare per vivere e trova la sua corrispondenza nel nostro Lavoro, evoluzione del latino Labor, il lavoro dello schiavo.
Rif. Per Fortuna è Venerdì (attenzione, non lunedì)
Le parole nella colonna di Work, che in italiano non hanno una traduzione, rappresentano il lavoro ispirato, quello che si svolge con gioia ed intensità, come una missione. Per definizione questo è il lavoro dell’Artista.
Rif. Thank God It’s Monday
Work | Job |
Werk | Arbeit |
Opus | Labor |
Trud | Rabota |
Lavoro | |
Trabajo | |
Travail |
Personalmente qui mi era già tutto più chiaro e Sibaldi ce lo ribadisce con un esempio perfetto, il giovane madrelingua inglese potrà scegliere da grande di fare un Job, un lavoro di fatica per il suo sostentamento, o un Work, un lavoro ispirato e di solito ben più retribuito.
Quello che segue, vedrete nell’intervista, è una meravigliosa e lucidissima analisi, di cui non mi sento di svelare di più, mentre vorrei invece condividere con te il mio personale punto di vista su questi temi.
La mia personale riflessione sulle Parole del Lavoro
Partendo dalla ovvia considerazione che, sia prima che dopo questa illuminante intervista, non mi è sembrato così strano che in Italia il fenomeno Per Fortuna è Lunedì fosse ben più modesto dell’anglosassone Thank God It’s Monday, ho avuto modo di scoprire il punto di vista della Griffith, molto istruttivo.
Nel tentativo di approfondire il tema ho scoperto un film italiano, Meno Male è Lunedì di Filippo Vendemmiati, il racconto di un’esperienza professionale all’interno di un carcere dalle parti di Bologna, che racconta come il lavoro rappresenti per i reclusi un forma di emancipazione, quasi di elevazione rispetto alla condizione di privata libertà, ancora un altro modo di vedere il lavoro in un contesto davvero unico.
Tornando all’intervista Liparoti-Sibaldi, prima di fare mio il concetto delle Parole del Lavoro, avrei scommesso solo su un approccio squisitamente multiculturale al fenomeno #tgim, riferendomi a quella che Sibaldi chiama la potentissima etica del lavoro dell’America protestante.
Dopo l’intervista e gli approfondimenti, gli orizzonti si sono molto ampliati.
Quello che mi ha colpito delle riflessioni di Sibaldi è proprio come l’imparare una lingua straniera sia un gesto profondamente multiculturale, così come conoscere meglio la propria lingua sia un percorso necessario per conoscere meglio se stessi e la propria cultura, ma soprattutto quanto sia grande, in effetti, il peso delle parole e la capacità di quelle stesse parole di creare e di farci agire, ma anche di farci percepire la realtà in un modo o in un altro.
Le parole sono sempre interpretazione e spesso una radicale presa di posizione, la scelta delle nostre parole è la scelta di un determinato punto di vista.
La consapevolezza del vero senso italiano, ed in italiano, della parola Lavoro è, da un altro punto di vista, anche una gigantesca argomentazione a sostegno della teoria che vede quasi impossibile introdurre il concetto di Engagement nella maggior parte delle organizzazioni italiane, proprio perché tutti o quasi e per la maggior parte della nostra carriera, ci troviamo a svolgere un Job.
Quello che ho deciso è che questo rilievo per me non sarà un limite ma la consapevolezza alla base di un impegno costante per una nuova visione del Lavoro.
A partire dal contribuire a condividere una nuova visione del Lavoro dell’Assistente di Direzione.
Ho iniziato a lavorare da giovanissima e da subito ho percepito un gap fortissimo rispetto all’interpretazione del lavoro data dalla generazione dei miei Nonni, ma anche dei miei Genitori, e mi sono sentita spesso vicina al concetto di Missione, quella che Sibaldi nel video ci racconta essere l’Opera svolta, ed ora nel mio doppio ruolo di Personal Assistant e Formatrice, sento ancora di più un elevatissimo coinvolgimento rispetto ai due Lavori, o forse dovrei dire ai due Work, che ho scelto di svolgere.
Igor Sibaldi, Differenza tra Job e Work
Ecco allora la stupenda intervista di Alessia Liparoti a Igor Sibaldi per Business Leaders
Libri che abbiamo Letto
A proposito di questa nuova visione del Lavoro come Work e non come Job, il libro che mi sento di suggerire è Lavoro Carriera Successo di Stephen Covey & Jennifer Colosimo