Quello che trovi di seguito è stato il primo intervento dedicato alla condivisione del Percorso dell’ AssistenteDallaAallaZeta, tenuto durante l’evento Secretary Day del 2015 organizzato da Secretary.it, la più importante Community Italiana interamente dedicata alla Professione dell’Assistente di Direzione, ma è anche la perfetta espressione di quella che è la sua Missione.
E’ il racconto completo dello spirito con cui ho creato questo percorso e rappresenta la Missione di AssistenteDallaAallaZeta, quella che con i miei Appunti sulla Professione dell’Assistente di Direzione voglio perseguire.
Le Parole Chiave dell’Assistente di Direzione, trascrizione completa
Si tratta della trascrizione dell’intervento che ho tenuto, delle slide che ho utilizzato durante lo speech ed alcuni dei tweet dei partecipanti, che rappresentano una parte dei feed back ricevuti dalla mia presentazione da parte dei presenti all’evento.
A seguire trovi la Presentazione, pubblicata su SlideShare, il Video e il Prezi completi.
Che ne dici, hai voglia di dirmi cosa pensi della Missione di AssistenteDallaAallaZeta?
Buongiorno.
Grazie a Secretary per l’invito e a Vodafone per l’ospitalità.
Io mi chiamo Irene Linguari ho 36 anni e amo tantissimo questa Professione.
Nonostante abbia imparato nel tempo a fare tante cose, rimane il mio primo amore.
Rimane davvero la cosa che voglio fare più di tutte.
Ho creato questo percorso che si chiama Assistente Dalla A alla Zeta e che magari qualcuno avrà già intravisto.
L’ho creato soprattutto per condividere, non tanto quello che so, quanto le Lezioni che ho Appreso, per fare in modo che questo Percorso possa essere utile a tutte quelle che vogliono iniziarne uno proprio.
Il mio obiettivo non è tanto condividere quelle che sono le mie Parole Chiave, ma fare in modo che ciascuna di voi abbia sempre la possibilità di esprimere le proprie.
Non ci sono mai dei limiti che noi ci mettiamo, se non quelli che noi ci mettiamo.
Quindi abbiamo sempre la possibilità di andare oltre quello che pensiamo.
Quando ho iniziato tanti anni fa, per tanti anni, ho pensato che fosse estremamente difficile iniziare, mi sembrava sempre di volere cambiare delle cose, ma mi sembrava, allo stesso modo, di aver delle grosse difficoltà a farlo.
Mi sembrava di non sapere mai da dove cominciare e mi sembrava che nonostante l’impegno non succedesse mai niente.
Poi, alcune volte, capita che, dopo tantissimo lavoro, le cose arrivino tutte insieme quando ormai, forse, non ce le aspettiamo più.
Per cui penso che le due lezioni più importante siano queste.
E’ molto difficile iniziare ed è molto difficile poi portare a termine il percorso che noi costruiamo.
Dall’altra parte è molto importante cominciare dall’inizio, stabilire quello che è il nostro punto di partenza e allo stesso modo stabilire quello che è il nostro traguardo.
L’ho chiamato l’Assistente Dalla A alla Zeta perché è molto significativa la A di assistente ed è molto significativo pensare che dalla A di Assistente si può partire.
Ogni volta in cui abbiamo delle frasi come “vorrei ma non so da dove cominciare” o “vorrei fare, faccio, ma le cose non cambiano” possiamo tenerci in mente le frasi di due personaggi, che hanno dedicato la propria vita all’innovazione, da un lato, nel campo scientifico, dall’altro, nel campo del business.
Entrambi hanno creato qualcosa che prima del loro intervento era di fatto impossibile, era inimmaginabile. E l’hanno fatto.
Soprattutto Ford, ha fatto qualcosa nel mondo del business dove prima non c’era niente.
Quindi noi stessi possiamo creare qualcosa attraverso il nostro ruolo, e nel nostro ruolo, nella nostra azienda, che forse prima non c’era.
È molto importante, per fare questo, partire dalla nostra Definizione di Assistente di Direzione.
Lucy Brazer, al Secretary Day, aveva proprio espresso quella che è un po’ la caratteristica dell’Assistente.
Campi d’azione diversi, ruoli diversi e quindi difficoltà di dare una definizione univoca.
Quindi ciascuno di noi ha, da un lato la necessità, ma dall’altro la possibilità di creare una propria Dichiarazione di Intenti.
La nostra descrizione, la nostra definizione, è la nostra Dichiarazione d’Intenti.
Definisce in particolare quali sono gli standard a cui noi vogliamo elevare la nostra professione e il livello cui noi vogliamo portare la nostra carriera.
In particolare diamo la nostra definizione, definiamo quindi gli standard a cui vogliamo arrivare, prendendoci il tempo necessario per riuscire a farlo, investendo su di noi.
Per cominciare del tempo, delle risorse e tutte le energie che servono per arrivare dove vogliamo arrivare.
Questa che avete visto prima è una definizione, non è sicuramente la migliore, ma soprattutto non è completa perché manca un pezzetto.
Il pezzetto è questo.
Secondo me l’Assistente porta un concreto contributo all’azienda perché da un concreto Contributo al Business.
Non è un ruolo che definisce soltanto una forma di assistenza alle attività, ma è in grado di rappresentare un concreto contributo al business delle aziende, portando risultati che sono quantificabili e valutabili.
Ancora in questo caso citiamo sempre il Secretary Day, Lucy Brazer, che aveva proprio espresso questa necessità di riportare il ruolo dell’Assistente al ruolo di Donna di Business. Come farlo?
Tenendolo ben presente, partendo dal costruire un percorso di sviluppo che tenga ben in evidenza questo aspetto, l’aspetto professionale, l’aspetto degli affari, creando un modo relazionarsi al mondo del business attraverso un approccio professionale, un approccio davvero business.
L’ultima cosa, ed è lì serve l’Assistente Dalla A alla Zeta, per fare in modo che ciascuno abbia la possibilità di elaborare le proprie parole chiave, quelle che sono significative, che sono anche le milestones del percorso che può sviluppare.
È molto importante questo perché, spesso, vediamo la difficoltà a riconoscere i risultati che otteniamo.
Spesso però noi siamo le prime che non valutiamo la condivisione di questi risultati.
Contribuire allo sviluppo dell’azienda vuol dire dare la possibilità all’azienda di farci crescere.
Se noi cresciamo con l’azienda, l’azienda cresce con noi, cresciamo e siamo entrambi più soddisfatti.
Quindi continuare a valutare il proprio lavoro in funzione del contributo che può effettivamente portare all’azienda.
Per fare tutto questo io ho superato delle SM, delle Sensazioni Manipolatorie, che sono state un po’ un limite che nel corso del tempo ho superato.
Ce ne sono tante e sono state quelle che forse mi hanno più fermato nel periodo in cui pensavo “voglio ma non riesco”.
La paura, spesso abbiamo paura di metterci in gioco, abbiamo paura di investire, paura di rischiare.
Spesso diciamo che è un po’ brutto volere di più, ma volere di più è un nostro diritto.
Abbiamo il diritto di volere di più e dobbiamo applicarlo, dobbiamo essere ambiziose perché la nostra ambizione può portare davvero risultati importanti a tutte le persone che collaborano con noi.
Non dobbiamo mettere limiti, se ci sono delle cose che ancora non sono state realizzate possiamo realizzarle noi.
Il fatto che non siano state realizzate non vuol dire che non le possiamo proprio realizzare noi e che non lo possiamo realizzare noi da questo momento in avanti grazie al percorso che possiamo continuare a sviluppare o iniziare a percorrere.
La cosa un po’ più dura da accettare è che non possiamo sempre dire di sì, dobbiamo imparare un po’ a dire di no, dobbiamo imparare a considerare delle priorità e accettare che non si può sempre piacere a tutti, soprattutto nel mondo del business.
Dobbiamo accettare che spesso le nostre decisioni e l’impatto delle nostre scelte può avere magari un approccio un po’ meno costruttivo per altre persone, ma dobbiamo accettarlo.
Quella centrale, quella secondo me più importante, per le signorine soprattutto, è imparare dai propri errori, accettare il fatto che si fanno degli errori, che gli errori fanno parte della nostra vita quotidiana e imparare ad imparare dai nostri errori.
Durante la mia prima esperienze professionale quando avevo 18 anni, si trattava di un lavoretto natalizio in un negozio di elettrodomestici, sono stata mandata via perché ero troppo timida, non ero quindi portata alla vendita.
Nel corso degli anni riconosco che questa esperienza mi è servita tantissimo perché da allora ho imparato a vendere.
Se non avessi avuto questa prima, durissima, esperienza forse non avrei lavorato così tanto per superare le paure che avevo di esprimermi.
Quindi in sostanza tutti noi abbiamo una possibilità principale che è nostra.
Quella di decidere, partire dalla nostra decisione di cambiare le cose.
Abbiamo il diritto di farlo, abbiamo diritto di volere di più.
Possiamo farlo prendendoci il tempo necessario per elaborare la nostra definizione, che è la nostra dichiarazione di intenti.
Possiamo da lì creare un percorso e portarlo fino alla fine, portarlo fino ad ottenere il risultato che noi ci siamo auspicate, anche se sarà complicato, se avremo bisogno di fasi intermedie e se dovremo accettare il fatto di fare degli errori da cui abbiamo tantissimo da imparare.
Ho fatto questo, vi ho raccontato un po’ questo, proprio per darvi la possibilità di imparare un po’ dalle lezioni che ho già appreso io, così magari il percorso può essere un po’ più confortevole.
È importante che noi lavoriamo anche sull’aspetto professionale, lavorando da Persone di Business nel Mondo del Business.
Grazie per la vostra attenzione.