
Buongiorno e bentornata su AssistenteDallaAallaZeta.
Ogni Assistente di Direzione che si rispetti è praticamente sommersa dallo Spam, la corrispondenza invasiva che ci riempie di informazioni e stimoli non richiesti.
Personalmente ricevo centinaia di messaggi spam ogni giorno e di ogni ordine e grado, dalle newsletter cui sono iscritta che vendono senza stile ed in realtà non dicono mai nulla, a quelle cui non sapevo di essere iscritta o cui pensavo di non essere più iscritta, fino ad arrivare messaggi più fastidiosi, messaggi continui su argomenti improbabili da mittenti spammer per professione fino ad arrivare a phishing e truffe vere e proprie.
Data questa invasione digitale, apparentemente senza argini, passano in secondo piano la miriade di lettere e cataloghi che si continuano a ricevere, che in un certo senso sono anche loro una forma di spam, questa volta analogica.
Ma da dove viene questa espressione che usiamo abitualmente per identificare la junk mail, la corrispondenza spazzatura che tutti chiamiamo Spam e resa famosa dall’episodio di Monty Python citato anche da Wikipedia?
Data la mia passione per il corpo degli Alpini e la profonda commozione nel ricordo della Prima Guerra Mondiale, ho scovato la risposta in uno degli aneddoti raccolti alla voce Carne in Scatola da Elisabetta Michelin, nel suo Quaderno di Cucina degli Alpini, purtroppo non più disponibile, e dopo aver scoperto il vero significato della parola Spam, ho deciso di scoprire anche la storia dell’iconico prodotto che ci sta dietro.
Hai voglia di scoprirlo anche tu? Eccoti allora la “Vera Storia dello Spam“
Michelin ci racconta che già negli anni della Grande Guerra la Carne in Scatola era in dotazione ai nostri connazionali al fronte, presente in quasi tutti gli zaini e mangiata quelle volte in cui non era possibile avere il rancio, la propria razione del pasto caldo, e proprio per quello chiamata anche Carne in Piedi.
Questa preparazione poteva rappresentare a sua volta anche l’ingrediente base di quello che sarebbe diventato il rancio, trasformata, ad esempio, in polpette fritte, preparabili piuttosto velocemente e gustose perché servite alle truppe ancora calde.
Ma non solo, ci racconta Michelin …. La carne in scatola non la mangiavano solo i soldati italiani, ma anche gli austriaci.
Durante la Seconda Guerra Mondiale era il cibo per eccellenza delle truppe americane, quello che l’ufficiale degli Alpini Curzio Malaparte descriveva come “lo Spam, il pasticcio di carne di maiale, orgoglio di Chicago“.
E ancora Malaparte ne parla descrivendo “gli americani che mangiano Spam fritto e granturco bollito“

Lo S.p.a.m., in particolare l’acronimo di Shoulder Pork and Ham, era una preparazione gastronomica a base di prosciutto e spalla di maiale, conservata in latta, commercializzata dall’americana Hormel Food a partire dal 1937 e distribuita sia alle truppe che alla popolazione civile in grande quantità nel periodo bellico.
Nonostante l’appellativo di Spam sia sinonimo in alcune nazioni di posta elettronica invadente, la storica preparazione da cui prende il nome è venduta ancora oggi nella sua caratteristica latta blu, sia nella versione classica che nelle versioni contemporanee con meno grassi e meno sale, ma anche in molte alternative, come bacon e tacchino ed è oggetto di numerose ricette, tra cui proprio le meatballs, forse le stesse polpette che si racconta venivano preparate ai nostri soldati utilizzando la nostra carne in scatola.
E lo Spam non solo è ancora prodotto oggi, ma il suo brand, un marchio registrato, gode di ottima salute, è oggetto di importanti campagne di marketing, come la sponsorizzazione di un’auto della Serie Nascar Wiston Cup ed un product placement nientemeno che in occasione del Super Bowl del 2018, ed è ancora amatissimo dai consumatori americani e non solo, come testimoniano il suo sito Spam.com, che raccoglie iniziative e ricette, la sua pagina Instagram/SpamBrand ed ha persino un museo tutto suo, lo Spam Museum.

Ora che anche tu conosci la storia dietro la storia dello Spam, sei sicura che te la sentirai di continuare a chiamare così i messaggi invasivi e non deciderai di parlarne come di Posta Indesiderata?
Sarà forse per questo che in inglese lo spam viene chiamato Junk Mail, posta spazzatura? Forse per non offendere nessuno? 😉
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